Il giorno 11 maggio ha inaugurato alla Triennale di Milano la prima grande esposizione dedicata a Vico Magistretti (1920-2006), una personalità di rilievo del Design italiano, riconosciuta a livello internazionale.
“La mostra”, ha affermato Lorenza Baroncelli, Art Director della Triennale, durante la presentazione della mostra, “sarà un inedito assoluto perché per la prima volta metterà in scena non solo gli oggetti di design ma anche i progetti architettonici di Vico Magistretti”.
Sommario dell’articolo
- La mostra: il colore rosso
- Pezzi icone del Design Made in Italy
- La prima retrospettiva dedicata a Vico Magistretti
- Vico Magistretti: rapporto con Milano e rilevanza internazionale
- Le grandi retrospettive sui designer italiani
La mostra: il colore rosso
La mostra è curata da Gabriele Neri, mentre gli allestimenti sono di Lorenzo Bini di studio Binocle. Filo conduttore del percorso espositivo è il colore rosso, il preferito di Vico Magistretti. Questo amore è evidente in diversi aspetti della vita personale dell'artista che era solito utilizzava solo calze di colore rosso. Questa preferenza è evidente anche nei suoi progetti/prodotti. Molti sono immaginati di questo colore e poi declinati in altri. Il suo estro straripa anche in diversi progetti architettonici. La torre del Parco Sempione, per esempio, doveva essere interamente rossa.
"Il rosso è capace di raccontare in maniera sentimentale, ma allo stesso tempo è precisa, la personalità dirompente, creativa e carismatica di Magistretti e la sua straordinaria sensibilità artistica!", ha sottolineato Lorenzo Baroncelli in merito a questo suo legame, quasi propiziatorio, con questo colore.
Pezzi icone del Design Made in Italy
Vico Magistretti: rapporto con Milano
e rilevanza internazionale
Vico Magistretti iniziò a lavorare nel 1945, alla fine dei suoi studi al Politecnico di Milano. Iniziò il suo percorso professionale nello studio del padre di via Conservatorio, che non abbandonò mai. Negli anni Sessanta iniziarono le collaborazioni con importanti aziende italiane, Artemide, Cassina, Oluce, De Padova, Schiffini Mobili Cucine, Flou, Fritz Hansen, Kartell e Campeggi.
L'apertura della mostra era prevista per il 2020, in occasione del centenario della nascita dell'architetto-designer, nato nel 1920 e deceduto nel 2006. A causa delle restrizioni dovute alla diffusione del Covid l'apertura è stata rimandata al 2021, ed alla fine ha coinciso con l'attesissima riapertura dei musei in tutta Italia.
La città di Milano ha voluto omaggiare Vico Magistretti con una mostra che ne celebra il valore e la grandezza come designer e come architetto come affermano le parole di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano: “Semplicità, eleganza e genio sono le tre grandi componenti nel DNA progettuale di Vico Magistretti, tra i principali artefici di quella storia straordinaria che, dal secondo dopoguerra, grazie al fecondo dialogo tra progettisti e imprenditori illuminati, ha proiettato il design italiano da Milano nel mondo intero".
Viene messo in risalto il rapporto con la città di Milano, imprescindibile per tutto il suo lavoro. Viene sottolineata la sua internazionalità. La sua autorità all'estero è restituita attraverso le numerose collaborazioni tra Inghilterra, Giappone e paesi nordici da cui trasse nuova ispirazione e per i quali ne è stato fonte.
In mostra sono presenti anche delle vere testimonianze, denominate "omaggi a Vico", di alcuni importanti designer di fama internazionale. Tra i molti, Konstantin Grcic e Jasper Morrison, suoi allievi durante il periodo in cui insegnò presso il Royal Collage of Art di Londra, il cui approccio al design è fortemente ispirato a quello del loro maestro.
Le grandi retrospettive sui designer italiani
Con la grande retrospettiva dedicata a Vico Magistretti prosegue il percorso della Triennale dedicato alle icone del Design. La cultura del progetto è uno dei punti di forza di Milano, forza tanto stimolante da aver trasformato la città in uno dei maggiori luoghi di riferimento per designer e appassionati di Design di tutto il mondo. Come accadeva in passato, accade ancora oggi che Milano offra stimoli e sfide per giovani promesse che ritrovano in questi artisti la loro fonte di ispirazione.
Jessica Loddo