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Lettera 22 Olivetti

La macchina da scrivere Lettera 22 Olivetti è un’icona intramontabile, che ha lasciato un segno indelebile nella storia del settore.

Progettata dall’ingegnere italiano Marcello Nizzoli e introdotta sul mercato nel 1950, la Lettera 22 ha rivoluzionato il modo in cui le persone scrivevano e comunicavano. Portava con sé un design elegante, funzionalità avanzate e una qualità di prestazioni superiore. 

Lettera 22 Olivetti – un aspetto moderno

La macchina si distingueva immediatamente per il suo aspetto moderno e affascinante. Disponibile in una gamma di colori vibranti, questa macchina da scrivere incarnava un’estetica sofisticata e distintiva. Il suo design compatto e aerodinamico era in netto contrasto con le macchine da scrivere ingombranti e pesanti dell’epoca e offriva un visual elegante e professionale.

Caratteristiche

La prima impressione che si aveva della macchina era di leggerezza e agilità e le sue misure erano di 8,3 x 29,8 x 32,4 cm. In realtà, dovendo garantire robustezza e qualità delle prestazioni, il peso non era indifferente e si attestava comunque intorno ai 3,7 Kg.

La tastiera e il rullo erano incorporati nella carrozzeria, da cui sporgeva solo la manopola. Anche l’ingombro della leva dell’interlinea era minimo per soddisfare nel modo migliore le esigenze di portabilità. Una valigetta con maniglia ne agevolava il trasporto.

Le prestazioni erano ottime grazie alla precisione dei martelletti di stampa e ai cinematici studiati in modo tale da rendere più leggera e agile la pressione sui tasti.

Tasti neri con lettere e numeri in bianco che compongono il tastierino della macchina da scrivere Olivetti Lettera 22
Tastierino che caratterizzerà i modelli successivi di macchina da scrivere della Olivetti; si può notare la presenza del tasto numero uno. Foto di Renauld Meijer by flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

Funzioni importanti

La funzione più importante che caratterizzò lo strumento fu il suo sistema di ritorno automatico del carrello. Una volta raggiunta la fine della riga, tornava automaticamente all’inizio della riga successiva, permettendo un flusso di scrittura ininterrotto.

Importanti furono anche: la possibilità di scrittura in rosso o nero o anche senza inchiostro per preparare matrici e funzioni di copiatura, utilizzando il carbon paper; era così possibile ottenere copie multiple di un documento.

Tastierino ergonomico

Il tastierino ergonomico era progettato per consentire una digitazione rapida e precisa, riducendo al minimo gli errori e la fatica delle dita. La disposizione intuitiva dei tasti rendeva la scrittura un’attività fluida e piacevole, che si traduceva in una maggiore produttività e nella creazione di testi impeccabili. Erano presenti anche il tasto di ritorno e di tabulazione.

Una delle poche limitazioni che presentava, dovuta alla necessità di contenere le dimensioni, era ad esempio l’assenza del tasto col numero 1, che si otteneva utilizzando la lettera elle minuscola.

Diffusione

Le vendite della Lettera 22 erano dovute a un prezzo relativamente contenuto – 42.000 lire che, negli anni ’50, corrispondevano a una mensilità media della paga di un operaio –  oltre che da vivaci campagne pubblicitarie.

Il successo fu immediato e coinvolse sempre più numerose categorie di utenti, anche al di fuori degli uffici. Illustri scrittori e giornalisti, tra cui Montanelli e Biagi, fecero della Lettera 22 un inseparabile compagno di viaggio, a cui non rinunciarono neppure con l’arrivo della scrittura elettronica.

Rimasta sul mercato fino alla metà degli anni ‘60 e, in quei dieci anni, ne vennero prodotte, in totale, circa 2.000.000 di unità.

Foglio trascritto dalla macchina in nero. Nell'immagine è evidenziato l'elemento carro, che scorre da una riga all'altra
Sistema di ritorno automatico del carro della macchina da scrivere Lettera 22 della Olivetti. Foto di Renauld Meijer by flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

Icona di design: il compasso d’oro e il MoMA

La Lettera 22 non era solo una macchina da scrivere funzionale, ma anche un oggetto di design iconico. Le linee pulite e sinuose, unite ai colori accattivanti, fecero sì che la macchina fosse un’opera d’arte da esporre sulle scrivanie.

Simbolo di eleganza e stile, che conferiva prestigio a chiunque la possedesse, fu premiata con il Compasso d’Oro nel 1954.

È entrata nelle collezioni permanenti del MoMA. Questo sottolinea il suo impatto duraturo nel campo del design industriale e del suo status di oggetto icona, oltre a evidenziare la sua importanza storica. La presenza della Lettera 22 rappresenta una testimonianza tangibile di come il design funzionale e progressi tecnologici possono fondersi in una forma d’arte a sé.

La font OT L22

Acrononimo di Olivetti Type Lettera 22 è la font che s’ispira ai principi fondanti dell’esperienza e dello stile olivettiano: italianità, mobilità, leggerezza e bellezza.

Realizzata in occasione dei 70 anni dalla nascita della macchina da scrivere, voleva ricordare e omaggiare l’oggetto che è ormai parte del patrimonio genetico della creatività italiana e mondiale. La font esiste anche in versione digitale, usabile da tutti e su ogni dispositivo.

Francobollo

Divenuta parte integrante del patrimonio culturale globale, questa macchina da scrivere ha avuto un impatto significativo sulla società dell’epoca tanto da far sì che, negli anni successivi, lo Stato Italiano emettesse un francobollo commemorativo per celebrarla.

Vista all'interno di una valigetta dove veniva riposta perfettamente la macchina da scrivere
Nell’immagine si vede come la macchina da scrivere era perfettamente inserita all’interno di una valigetta. Scansione di una brochure informativa di @dr.shordzi by flickr (CC BY 2.0)

Nonostante l’avvento delle tecnologie digitali e la scomparsa delle macchine da scrivere tradizionali, la Lettera 22 della Olivetti rimane un simbolo di un’era passata. È un oggetto da collezione, amato dagli appassionati di macchine da scrivere vintage, che ne apprezzano il design unico e il valore storico.

Rimane anche un ricordo tangibile di un tempo in cui la scrittura richiedeva una manualità e un’attenzione diverse; un tempo in cui il suono del ticchettio di una macchina da scrivere evocava l’arte di creare parole sulla carta.

Leonardo Vignoli

@Stiledesign. Riproduzione riservata

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