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Eclisse lampada iconica del design italiano

Eclisse, la lampada icona del design italiano di Vico Magistretti, piccola e delicata è ancora oggi un complemento d’arredo di qualità. Un mix equilibrato tra arte, design e geometria, che dona una luce diversa a ogni ambiente.  

Fu prodotta, per la prima volta, nel 1967, negli anni della corsa allo spazio. Nello stesso anno vinse il premio Compasso D’oro con questa motivazione “la Commissione stima che l’oggetto presentato abbia la doppia qualità di un alto valore progettistico-estetico e di una possibile diffusione di massa. Sottolinea inoltre la novità nella soluzione tecnica che, attraverso un semplice movimento a schermo rotante, gradua l’intensità dell’erogazione luminosa.” 

Lampada Eclisse rossa StileDesign stileitaliano stiledesign.it
La lampada Eclisse in rosso – Foto di Ilaria De Bona by Unsplash

Un salto indietro nel tempo  

Ludovico Magistretti (Milano 1920-2006), detto Vico, è stato uno dei maggiori esponenti della terza generazione dei Moderni. Figlio di una generazione di noti architetti, nel 1943, durante il servizio di leva e gli anni della guerra, lasciò gli studi al Politecnico di Milano per evitare la deportazione in Germania.

Si trasferì così in Svizzera, dove riuscì a seguire dei corsi accademici presso il Champ Universitaire Italien di Losanna. Qui conobbe Ernesto Nathan Rogers, fondatore dello studio B.B.P.R. e figura chiave per la sua formazione, tanto che lo riconobbe come maestro. Magistretti si laureò in Architettura, nel 1945, presso il Politecnico di Milano. 

I primi anni di lavoro 

Una volta tornato in Italia avviò la sua attività di architetto presso lo studio del padre, insieme a un amico. Negli anni cinquanta i suoi lavori si concentrarono sul dare una nuova luce a Milano, divenuta una città devastata dall’oscurità della guerra appena passata. S’impegnò con progetti legati alla ricostruzione della città e divenne uno dei fondatori dell’Associazione per il Disegno Industriale (ADI).

Tra il 1949 e 1959 realizzò circa quattordici interventi per l’INA-Casa e partecipò all’impresa collettiva del QT8. Negli anni Sessanta avviò collaborazioni con Artemide, Cassina e Gavina, progettando altri pezzi chiave della produzione industriale contemporanea.

È stato con Artemide che ha realizzato Eclisse, a tutt’oggi,  icone del made in Italy, come Mania (1963), Chimera (1969) e Teti (1970). Sempre con Artemide realizzò la sedia Selene del 1969, che fu fra le prime produzioni industriali di sedie in plastica stampata. 

Profilo della lampada Eclisse StileDesign stileitaliano stiledesign.it
Profilo lampada Eclisse – Foto Jdc1197 by Wikimedia Commons (Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0)

Eclisse lampada iconica – l’idea e l’ispirazione 

Magistretti raccontò di aver ricevuto da Ernesto Gismodi, co-fondatore di Artemide insieme a Sergio Mazza, il compito di disegnare una lampada da comodino, poiché tutti, accanto al letto, hanno piccola luce per poter leggere o rilassarsi.  

L’ispirazione per Eclisse arrivò nel 1965, mentre prendeva la metropolitana a Milano. Si ricordò della lanterna cieca di Jean Valjean de I miserabili di Victor Hugo, usata dai ladri, dove la luce passava attraverso un foro circolare e regolabile tramite uno schermo girevole.

Prese il bigliettino della metropolitana che teneva in tasca e abbozzò sul retro uno schizzo della lampada. Nacque così il concept base: la regolazione dell’intensità della luce con un paralume rotante che eclissa il chiarore.

Set lampade Eclisse StileDesign stileitaliano stiledesign.it
Set di lampade Eclisse bianche – Foto di D68 design+art by flickr CC BY-NC-ND 2.0

 Il design raffinato e geometrico 

Eclisse è composta da tre semisfere: una che funge da base d’appoggio, una da calotta fissa e l’ultima, più piccola e posta all’interno, che gira su un perno centrale e consente di regolare il flusso luminoso attraverso il movimento. Grazie a questa peculiare composizione la luce riesce a produrre l’effetto eclisse solare e può fornire sia luce diretta che diffusa. Eclisse è disponibile nei colori rosso, bianco, giallo e arancio.  

Inizialmente era prodotta in alluminio, poi il surriscaldamento delle pareti è stato risolto con l’introduzione di una ghiera in plastica, che ha permesso di evitare il contatto diretto fra le dita e il corpo in metallo. Sembra però che a Magistretti questo importasse poco, infatti Gabriele Neri, architetto e scrittore commentò: “Magistretti si divertiva a immaginare quanta gente aveva fatto l’amore con la sua lampada vicino e allo stesso tempo, quante dita bruciate”. 

Eclisse: una lampada che sa essere ecologica 

Sul piano del rispetto ambientale, Eclisse è in prima linea: la sua ultima versione in PDV è ecologica e annovera una delle tecnologie di rivestimento più pulite a oggi, poiché vengono utilizzati solo metalli non dannosi. È disponibile in ottone, rame, nero o mirror.  

Piccole curiosità su Eclisse 

Durante un’intervista, a Magistretti venne domandato quale oggetto avrebbe voluto  firmare e Magistretti rispose “L’ombrello. (…) Invece ho finito per disegnare quella scemata di lampada, l’Eclisse, che però dura ancora perché ha segnato, anche con le scottature sulle dita, qualche generazione. Questa è una bella soddisfazione, ti dà il senso dell’oggetto prodotto perché, evidentemente, rispondeva a una qualche necessità che non aveva niente di stilistico”. 

Le esposizioni di Eclisse 

Eclisse è conservata nella collezione permanente del MoMa di New York dal 1972, in quella della Triennale di Milano e in altri musei di caratura globale. Resta comunque nelle case la sua manifestazione più intima e artistica, che ancora oggi riesce a trasmettere emozioni. 

Altre collaborazioni importanti di Magistretti 

Con Oluce, per cui diventò anche art director, realizzò la famosa Atollo (1977) e altri modelli, tra cui Snow (1974) e Sonora (1976).  

Per quarant’anni, Magistretti si occupò della progettazione di arredi, da quelli ideati per Cassina, tra cui ricordiamo il divano Maralunga (1973), il divano Sindbad (1981) e la poltrona Veranda (1983). Iniziò collaborazioni divenute fondamentali come quella con dePadova, per cui creò le sedie Marocca (1987) e Incisa (1992), il tavolo Vidun (1987).

Spesso si focalizzava sullo sperimentare precise tipologie di arredo, come le cucine per Schiffini oppure i letti per Flou, tra cui ricordiamo il Nathalie del 1978, primo letto interamente imbottito, oppure il Tadao del 1993 realizzato con ruote ai lati della testata, facile da smontare ed ecocompatibile.

Erica Batisti 

@Stiledesign. Riproduzione riservata

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