Non solo un oggetto di arredamento, ma una vera e propria scultura illuminata: ecco cos’è la lampada Atollo, disegnata da Vico Magistretti nel 1977.
Dalla sua creazione, Atollo è diventata una pietra miliare del design, un simbolo di stile e raffinatezza, che racchiude in sé l’estetica minimalista del suo creatore e una funzionalità senza tempo. Rivisitazione in chiave essenziale dell’abat-jour, la lampada Atollo è un elemento indispensabile per arredare gli interni in chiave minimal e raffinata, aggiungendo un tocco vintage. Prodotta da Oluce, Atollo ha ottenuto molti premi e riconoscimenti, ed è entrata di diritto nelle collezioni di numerosi musei del mondo.
Il design essenziale di Vico Magistretti
“Amo le forme geometriche. Amo fare cose essenziali che sembrino niente.” Con queste parole, Ludovico “Vico” Magistretti (Milano, 1920 – 2006) raccontava il suo pensiero, il suo modo di progettare oggetti. Figlio d’arte, architetto di formazione, proprio come il padre, Magistretti iniziò la sua carriera collaborando a diversi progetti architettonici per la città di Milano. Con gli anni, fu l’interesse per gli spazi da abitare a prendere il sopravvento, orientando la sua produzione sulla progettazione di interni e di oggetti di arredamento.
Pezzi ‘classici’, ma con una forte personalità, che si esprimeva nell’assenza di ridondanza decorativa. La forza dell’oggetto stava proprio nella sua essenzialità e nel dettaglio concettuale, aspetto quest’ultimo che resta evidente in tutto il suo lavoro. Dagli anni Settanta in poi, la sua produzione è scandita dalla concezione di innumerevoli capolavori iconici, che gli sono valsi svariati riconoscimenti. Uno dei più importanti gli viene attribuito proprio per la lampada Atollo: si tratta del Premio del Compasso d’Oro, ottenuto nel 1979.
La silhouette di Atollo
Quella della lampada Atollo è una silhouette tanto iconica quanto basilare. Si compone infatti di soli due elementi fondamentali: una base cilindrica con punta a cono e una calotta a forma di cupola, che funge da diffusore luminoso. Questa semplice combinazione di forme geometriche crea un design armonioso e bilanciato che si adatta perfettamente a qualsiasi ambiente.
La luce emessa da Atollo è morbida e diffusa, mai abbagliante, e restituisce una piacevole illuminazione ambientale. Il rigore geometrico delle forme è reso ancora più evidente proprio perché tutti gli elementi ‘tecnici’ non sono visibili, ma magistralmente nascosti. Questo espediente epura le forme da qualsiasi disturbo, contribuendo a costruire una sorta di ‘lampada ideale‘, perfetta, e per questo così desiderabile.
Materiali e gamma cromatica
Esistono due varianti della lampada Atollo, per quanto riguarda i materiali. La prima è quella realizzata in alluminio verniciato, con la possibilità di scegliere tra i colori nero, bianco, sabbia e ruggine. La verniciatura permette alla calotta esterna di rimanere in ombra e alla luce di diffondersi nell’interno della cupola e riflettersi sulla forma conica e sul cilindro della base.
La seconda variante di Atollo è invece realizzata in vetro opalino, un vetro lattiginoso e opaco, che permette di aggiungere un tocco materico senza stravolgere l’idea originale di Magistretti.
La lampada Atollo è prodotta in tre grandezze per ognuna delle due varianti, rispettivamente indicate con le cifre 233, 239 e 238 per la versione grande, media e piccola della versione in metallo e 235, 237 e 236 per la versione in vetro.
Come una scultura
La popolarità ottenuta da Atollo non è soltanto dovuta alla sua funzionalità. Certo, le forme essenziali e i colori sobri la rendono perfetta per arredare qualsiasi tipo di ambiente, dal più elegante e classico al più eclettico. Ma ad aumentarne desiderabilità c’è il profilo scultoreo: Atollo è praticamente un opera d’arte luminosa.
Ad avvalorare questa idea è l’inclusione di Atollo in numerose esposizioni museali, a partire dalla prestigiosa collezione del Museum of Modern Art di New York nel 1979. A questa si sono susseguiti il Philadelphia Museum of Art e il Kunstgewerbemuseum di Berlino nel 1983, il Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo nel 1986, il Museo di Arte di Düsseldorf nel 1989. La lampada Atollo è inoltre presente nella Collezione Permanente del Design Italiano 1945-1990 della Triennale di Milano.
L’Archivio Magistretti
Nel 2010, poco dopo la scomparsa del designer, la figlia Susanna ha deciso di dare vita a un archivio visitabile delle opere del padre. Situata in via del Conservatorio, a Milano, proprio nell’ex-studio in cui Magistretti ha lavorato per più di sessant’anni, la Fondazione Studio-Museo Vico Magistretti ripercorre le tappe fondamentali del lavoro del progettista. Un’occasione unica per i visitatori di conoscere l’evoluzione del pensiero creativo di Magistretti attraverso il confronto tra i suoi pezzi iconici: tra questi, non poteva certo mancare la lampada Atollo.
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